E il soffitto parlava
e la stanza girava
quando chiese il mio nome
io ingoiavo parole con accento straniero
Lui seguiva un pensiero
che portava lontano
oltre un lago gigante
dove il freddo è costante in estate e in inverno
Con le spalle alla notte
e il mattino alle porte
la finestra si apriva
e la luce feriva come sale negli occhi
Lui mi porse un bicchiere
e mi versò da bere
come una porta aperta su una vita diversa
su una nuova stagione
E’ una storia rubata alla legge del tempo
quando dentro un albergo il rumore si è spento
Io percorsi la stanza in un passo di danza
non mi vide mai più mi chiamava Lulù
Lui sfogliava i ricordi come fossero fiori
i bagliori d’infanzia e i momenti peggiori
poi prese il cappello dal fondo del letto
scese le scale dalla cima del tetto
Io mi ero svegliata in un colpo di ciglia
restavo in silenzio pensando a mia figlia
giorni passati a lenire il dolore
notti trascorse a inseguire l’amore
E’ una storia rubata alla legge del tempo
quando dentro un albergo il rumore si è spento
Io percorsi la stanza in un passo di danza
non mi vide mai più mi chiamava Lulù